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Il Centro Per Non Subire Violenza APS da U.D.I
ha sede a

GENOVA in VIA CAIROLI 14/7 

E’ APERTO

LUNEDI’ : 9:00 – 18:00
da MARTEDI’ a GIOVEDI’ : 9:00 – 13:00 15:00 – 18:00
VENERDI’ : 9:00 – 12:00

TELEFONO: 010 2461716 / 3939712414
TELEFONO: 010 2461715

E

RECCO in VIA IPPOLITO D’ASTE 2

RICEVE SU APPUNTAMENTO
LUNEDI’  9:00 – 12:00
MARTEDI’ 9:00 – 12:00
GIOVEDI’  15:00 – 18:00

TELEFONO: 3346030961

Il Centro Per Non Subire Violenza APS

è un luogo di accoglienza, ascolto, orientamento e intervento per donne che vivono situazioni di disagio e sofferenza a causa della violenza di genere, in tutte le sue manifestazioni: violenza psicologica, fisica, sessuale, economica e lo stalking.

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Il Centro offre

riservatezza e anonimato, accoglienza e risposta telefonica, colloqui individuali di counseling, consulenza psicologica, consulenza legale, civile, penale e notarile, progetti di accesso a Casa rifugio a indirizzo segreto o a Case madre-bambino, gruppi di counseling per il cambiamento.

Offre azioni di supporto alle donne che desiderano intraprendere percorsi di cambiamento per uscire dalla violenza. Si occupa delle problematiche riguardanti la violenza su bambini e adolescenti, sia subita che assistita. Svolge attività di formazione, studio, raccolta dati sulla violenza contro le donne e i minori. Opera sul territorio della città di Genova e provincia in collaborazione con l’associazione nazionale D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), con le istituzioni, gli altri centri antiviolenza e le associazioni affini per missione e obiettivi.

Il personale del centro è costituito da operatrici volontarie e professioniste della relazione d’aiuto, da avvocate e psicologhe specializzate sul tema della violenza di genere e delle problematiche connesse.

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La Guida alla sicurezza online elaborata da Chayn

Molto spesso, purtroppo, la tecnologia può diventare uno strumento di violenza contro le donne: possibilità di essere geolocalizzate, foto o video pubblicati e diffusi senza il consenso, accessi abusivi in caselle di posta elettronica o in social network.

La piattaforma CHAYN ITALIA ha elaborato una guida su come gestire la sicurezza online: “da come migliorare la propria privacy sui social media a come proteggere il proprio browser, creare password più sicure e promuovere un uso più consapevole delle possibilità offerte dal web”.

Segui i link per poter accedere alla guida.

Donne in rete contro la violenza: “quando il nostro corpo è in pericolo è la libertà a essere in pericolo”

“Quando il nostro corpo è in pericolo è la libertà a essere in pericolo.

Avvertiamo tutte con assoluta chiarezza la morsa di un attacco subdolo e feroce alla nostra autodeterminazione e all’inviolabilità dei nostri corpi.

La rappresentazione ufficiale magnifica la parità raggiunta, le contraddizioni risolte, la presenza nelle istituzioni, la libertà sessuale, la maternità come scelta. Invece noi rischiamo la vita e la perdiamo con impressionante frequenza nelle relazioni con uomini violenti, dentro e fuori le nostre case e sperimentiamo la discriminazione nell’accesso e nella permanenza sul mercato del lavoro, l’inferiorità di salari e pensioni, il lavoro di cura iniquamente distribuito, non visto, non valorizzato né riconosciuto.

I diritti conquistati con lunghe e durissime lotte sono a repentaglio, tutti. La legge 194 che garantisce l’aborto libero, gratuito e sicuro è disattesa, svuotata, trasgredita in quasi tutto il nostro paese. Le legge che punisce la violenza sessuale come grave reato contro la persona è troppe volte calpestata nei commissariati e nei tribunali mettendoci sotto accusa al posto degli stupratori e degli assassini.

Nella consapevolezza generale non è passato il fatto che la violenza maschile – quella espressa dall’uomo qualunque che sfrutta, picchia, perseguita, stupra, uccide – fa emergere un dato strutturale e pervasivo della società, e non è il frutto della follia ma di un sistema. La rappresentazione della violenza affidata agli “esperti”, criminologi, avvocati, psicoterapeuti assicura una lettura opposta e neutra, che prescinde dall’analisi femminista, quella stessa che sostiene il metodo dei Centri antiviolenza, nati dal movimento delle donne.

Siamo davanti a un tentativo di svalutazione della storia, delle esperienze e delle pratiche del femminismo. Non per caso i Centri sono sempre più in difficoltà, e chiudono in molte città. L’intento, diventato palese con la pubblicazione del Piano Nazionale Antiviolenza, ora si concretizza con l’azzeramento delle condizioni di sostenibilità. Le misure di questo Governo contro la violenza, al di là della occasionale, temporanea, estemporanea indignazione per i femminicidi, sono frammentate, scarsamente finanziate e improntate a emergenza, sicurezza, ordine pubblico. In alternativa a questo si mira ad istituzionalizzare i Centri antiviolenza, svuotandoli di senso, azzerandone metodo specifico e dimensione politica.

Lacomplessità,l’ampiezzalagravitàdellaviolenzaesercitatasulledonneèarrivataaun puntotale che i fondamenti della cittadinanza e dei diritti umani sono messi in discussione e violati. Mentre lottiamo per noi stesse sappiamo bene che il fronte è grande quanto il mondo: perché con immenso dolore e indignazione vediamo le nostre sorelle, donne come noi, con figli come i nostri, che affogano nel Mediterraneo cercando scampo dalla guerra, dalla dittatura, dal fondamentalismo e dal terrorismo. Quelle che arrivano vive, sovente, sono sopravvissute a prigione, torture, stupri, schiavitù sessuale, abusi di ogni genere. Nell’ipotesi migliore trovano centri di accoglienza e di transito invece di case tranquille e di cure, si scontrano con controlli e polizia invece di incontrare l’azione sapiente e familiare di altre donne che saprebbero come aiutare e sostenere.

Per questo, per tutto questo, dobbiamo costruire un nuovo modo di stare al mondo creando e rafforzando alleanze, conquistando nuovi spazi pubblici e politici. E’ il momento buono per ascoltare le nostre diverse anime e riconoscerle come una ricchezza.

Per questo proponiamo a tutte un incontro nazionale a Roma, una assemblea di tutte le donne – di quante vogliono cambiare per creare condizioni di vita diverse e approcci che rispettino il vivere insieme -nella quale darci nuove prospettive, intervenire sulla scena politica e culturale, nella consapevolezza che siamo noi donne il “soggetto imprevisto” della storia. Con la nostra competenza e esperienza, noi possiamo rigenerare e cambiare radicalmente l’intera struttura delle sfere di potere democratico”.

D.i.Re – Donne in rete contro la violenza

Roma, 7 luglio 2016

D.i.Re Donne in Rete contro la violenza
Casa Internazionale delle Donne – Via della Lungara, 19 – 00165 Roma, Italia
Cell 3927200580 – Tel 06 68892502 – Fax 06 3244992 – Email direcontrolaviolenza@women.it www.direcontrolaviolenza.it